Di seguito il testo della canzone Malo , artista - Real de Catorce con traduzione
Testo originale con traduzione
Real de Catorce
Hoy, sentado a la orilla del mundo bebiendo un litro de oro licuado.
Mañana cantando boleros sobre una cuerda tensada
A diez metros del infierno… del infierno
Del infierno
Malo, como dice una madre ofendida
Como el sorgo o la plaga que mata en cuaresma
Siempre detrás de los ojos de un niño que se fuma un cigarro
Mientras arde su escuela destruida… aburrida
Hoy, bordando las chambras del odio jalándose el labio inferior con los dedos
mascando la rabia que escupen los mudos
Chamarra rasgada quemaduras de viento en el cuero…
En el cuero
Su risa lacera la carne, la fe y la vibra de los perros
Su risa invisible viruela que marca las broncas en su cara
Negro, de un pedazo de un planeta muerto
Como el centro mismo las sombras
Ojos que impresionan traspasan objetos
Descubren la muerte oculta que hay en ellos, ojos bellos
Caminando por lugares prohibidos
Atrapado en sus propios huesos
Malquerido, como hijo de cuervo
Despedido del nido de amor
Sin miedo, o quizá sumergido en terrores
Viviendo del frío que corre en sus venas
Molido a las diez en las calles malditas
Un «tiro» de a dientes un pleito a morir con su ángel, de la guarda
Su risa lacera la carne, la fe y la vibra de los perros
Su risa invisible viruela que marca las broncas en su cara
Oggi, seduto ai confini del mondo a bere un litro d'oro liquefatto.
Mattina cantando boleri su una corda tesa
A dieci metri dall'inferno... dall'inferno
Dall'inferno
Male, come dice una madre offesa
Come il sorgo o la peste che uccide in Quaresima
Sempre dietro gli occhi di un bambino che fuma una sigaretta
Mentre la sua scuola distrutta brucia... noiosa
Oggi, ricamando le giacche dell'odio, tirandosi il labbro inferiore con le dita
masticando la rabbia che il muto sputa
La giacca strappata brucia il vento sulla pelle...
nella pelle
La sua risata lacera la carne, la fede e l'atmosfera dei cani
La sua invisibile risata vaiolosa che segna i litigi sul suo volto
Nero, da un pezzo di un pianeta morto
Come il centro stesso le ombre
Occhi che impressionano trafiggono gli oggetti
Scoprono la morte nascosta che è in loro, begli occhi
Passeggiando per luoghi proibiti
Bloccato nelle sue stesse ossa
Viziato, come il figlio di un corvo
licenziato dal nido d'amore
Impavido, o forse immerso nel terrore
Vive del freddo che gli scorre nelle vene
Macinato a dieci anni nelle dannate strade
Un "colpo" di denti, una causa a morte con il suo angelo custode
La sua risata lacera la carne, la fede e l'atmosfera dei cani
La sua invisibile risata vaiolosa che segna i litigi sul suo volto
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