Di seguito il testo della canzone Monteverdi: L'Orfeo, SV 318, Act 2: "Possente spirto" (Orfeo) , artista - Philippe Jaroussky, Bérengère Sardin, Клаудио Монтеверди con traduzione
Testo originale con traduzione
Philippe Jaroussky, Bérengère Sardin, Клаудио Монтеверди
Orfeo
Possente spirto e formidabil nume,
senza cui far passaggio a l’altra riva
alma da corpo sciolta in van presume,
non vivo io no, che poi di vita è priva
mia cara sposa il cor non è più meco,
e senza cor com’esser può ch’io viva?
A lei volt’ho il cammin per l’aër cieco,
a l’Inferno non già, ch’ovunque stassi
tanta bellezza il paradiso ha seco.
Orfeo son io, che d’Euridice i passi
segue per queste tenebrose arene,
ove giammai per uom mortal non vassi.
O de le luci mie luci serene
s’un vostro sguardo può tornarmi in vita,
ahi, chi niega il conforto a le mie pene?
Sol tu, nobile Dio, puoi darmi aita,
né temer déi, che sopr’ un’aurea cetra
sol di corde soavi armo le dita
contra cui rigid’ alma in van s’impetra.
Orfeo
Possente spirto e formidabil nume,
senza cui lontano passaggio a l'altra riva
alma da corpo sciolta in van presume,
non vivo io no, che poi di vita è priva
mia cara sposa il cor non è più meco,
e senza cor com'esser può ch'io viva?
A lei volt'ho il cammin per l'aër cieco,
a l'Inferno non già, ch'ovunque stassi
tanta bellezza il paradiso ha secondo.
Orfeo son io, che d'Euridice i passi
segue per queste tenebrose arene,
ove giammai per uom mortal non vassi.
O de le luci mie luci serene
s'un tuo sguardo può tornarmi in vita,
ahi, chi niega il conforto a le mie pene?
Sol tu, nobile Dio, puoi darmi aita,
né temer déi, che sopr' un'aurea cetra
sol di corde soavi armo le dita
contra cui rigid' alma in van s'impetra.
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