Di seguito il testo della canzone La Gayola , artista - Armando Pontier con traduzione
Testo originale con traduzione
Armando Pontier
¡No te asustes ni me huyas… No he venido pa' vengarme
Si mañana, justamente, yo me voy pa' no volver…
He venido a despedirme y el gustazo quiero darme
De mirarte frente a frente y en tus ojos contemplarme
Silenciosa, largamente, como me miraba ayer…
He venido pa’que juntos recordemos el pasado
Como dos buenos amigos que hace rato no se ven;
A acordarme de aquel tiempo en que yo era un hombre honrado
Y el cariño de mi madre era un poncho que había echado
Sobre mi alma noble y buena contra el frío del desdén
Una noche fue la muerte quien vistió mi alma de duelo
A mi tierna madrecita la llamó a su lado Dios…
Y en mis sueños parecía que la pobre, desde el cielo
Me decía que eras buena, que confiara siempre en vos
Pero me jugaste sucio y, sediento de venganza…
Mi cuchillo en un mal rato envainé en un corazón…
Y, más tarde, ya sereno, muerta mi única esperanza
Unas lágrimas amargas las sequé en un bodegón
Me encerraron muchos años en la sórdida gayola
Y una tarde me libraron… pa' mi bien… o pa' mi mal…
Fui sin rumbo por las calles y rodé como una bola;
Por la gracia de un mendrugo, ¡cuantas veces hice cola!
Las auroras me encontraron largo a largo en un umbral
Hoy ya no me queda nada;
ni un refugio…¡Estoy tan pobre!
Solamente vine a verte pa' dejarte mi perdón…
Te lo juro;
estoy contento que la dicha a vos te sobre…
Voy a trabajar muy lejos… a juntar algunos cobres
Pa' que no me falten flores cuando esté dentro 'el cajón
Non aver paura e non scappare da me... non sono venuto per vendicarmi
Sì, domani, appunto, parto per non tornare...
Sono venuto a salutarti e voglio curarmi
Guardarti faccia a faccia e contemplarmi nei tuoi occhi
In silenzio, a lungo, mentre mi guardava ieri...
Sono venuto perché insieme possiamo ricordare il passato
Come due buoni amici che non si vedono da un po';
Per ricordare quel tempo in cui ero un uomo onesto
E l'amore di mia madre era un poncho che aveva lanciato
Sulla mia anima nobile e buona contro il freddo del disprezzo
Una notte fu la morte a vestire la mia anima in lutto
Dio ha chiamato al suo fianco la mia tenera mammina...
E nei miei sogni sembrava che la povera cosa, dal cielo
Mi ha detto che eri bravo, a fidarti sempre di te
Ma mi hai giocato sporco e, assetato di vendetta...
Il mio coltello in un brutto momento ho rinfoderato in un cuore...
E dopo, già serena, morta la mia unica speranza
Alcune lacrime amare ho asciugato in una natura morta
Mi hanno rinchiuso per molti anni nella sordida gayola
E un pomeriggio mi liberarono... per il mio bene... o per il mio male...
Andavo senza meta per le strade e rotolavo come una palla;
Per grazia di una crosta, quante volte ho fatto la fila!
Le aurore mi trovarono lungo una soglia
Oggi non ho più niente;
nemmeno un rifugio... sono così povero!
Sono venuto a trovarti solo per lasciarti il mio perdono...
Lo giuro;
Sono felice che la felicità sia sopra di te...
Vado a lavorare lontano... per raccogliere dei soldi
In modo che non mi manchino i fiori quando il cassetto è dentro
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