Di seguito il testo della canzone Sonnet 29 , artista - Georgia Stitt, Brian D'Arcy James con traduzione
Testo originale con traduzione
Georgia Stitt, Brian D'Arcy James
When in disgrace with fortune and men’s eyes,
I all alone beweep my outcast state,
And trouble deaf Heaven with my bootless cries,
And look upon myself, and curse my fate,
Wishing me like to one more rich in hope,
Featur’d like him, like him with friends possess’d,
Desiring this man’s art, and that man’s scope,
With what I most enjoy contented least:
Yet in these thoughts myself almost despising,
Haply I think on thee,--and then my state
(Like to the lark at break of day arising
From sullen earth) sings hymns at heaven’s gate;
For thy sweet love remember’d such wealth brings
That then I scorn to change my state with kings'.
Quando in disgrazia con la fortuna e gli occhi degli uomini,
Io tutto solo piango il mio stato emarginato,
E turbi il cielo sordo con le mie grida inutili,
E guardami, e maledici il mio destino,
Augurandomi come uno più ricco di speranza,
come lui con le caratteristiche, come lui con gli amici posseduti,
Desiderando l'arte di quest'uomo, e la portata di quell'uomo,
Con ciò che mi diverte di più soddisfatto di meno:
Eppure in questi pensieri io stesso quasi disprezzando,
Forse penso a te, e poi al mio stato
(Come l'allodola che sorge all'alba
Dalla terra cupa) canta inni alle porte del cielo;
Per il tuo dolce amore ricordato tale ricchezza porta
Che poi disprezzo di cambiare il mio stato con quello dei re.
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