One White Duck - Jethro Tull

A one, two, three.

There’s a haze on the skyline, to wish me on my way —

And there’s a note on the telephone — some roses on a tray.

And the motorway’s stretching right out to us all, as I pull on my old

Wings — One White Duck on your wall.

Isn’t it just too damn real?

One White Duck on your wall.

One Duck on your wall.

I’ll catch a ride on your violin — strung upon your bow.

And I’ll float on your melody — sing your chorus soft and low.

There’s a picture-view postcard to say that I called.

You can see from the fireplace, One White Duck on your wall.

Isn’t it just too damn real?

One White Duck on your wall.

One Duck on your wall.

So fly away Peter and fly away Paul — from the finger-tip ledge of

Contentment.

The long restless rustle of high heel boots calls.

And I’m probably bound to deceive you after all.

Uno, due, tre.

C'è una foschia sullo skyline, per augurarmi il mio cammino...

E c'è una nota sul telefono: alcune rose su un vassoio.

E l'autostrada si estende fino a tutti noi mentre infilo il mio vecchio

Ali: un'anatra bianca sul muro.

Non è semplicemente troppo reale?

Un'anatra bianca sulla tua parete.

Un'anatra sul tuo muro.

Farò un giro con il tuo violino, appeso al tuo arco.

E galleggerò sulla tua melodia: canterò il tuo ritornello piano e basso.

C'è una cartolina con vista per dire che ho chiamato.

Puoi vedere dal camino, One White Duck sulla tua parete.

Non è semplicemente troppo reale?

Un'anatra bianca sulla tua parete.

Un'anatra sul tuo muro.

Quindi vola via Pietro e vola via Paolo - dalla sporgenza della punta delle dita di

Contentezza.

Il lungo fruscio inquieto degli stivali con tacco alto chiama.

E probabilmente sono destinato a ingannarti, dopotutto.