Terminal Souls - Koi

A mother bids a weeping farewell

to the, in her eyes, eternal little boy.

Straightens his long wornout cap

and strokes by the cold red cheek,

never ever stray your way

in this very big strange world.

You ruffle and tousle back the cap

the way it was supposed to those days.

Where are you, where have you been?

Who are you, what have you done?

She used to always quote her mother

that «life begins at twenty-one!»

But I’m more than sure you’d disagree.

This wasn’t far before it ended.

Accelerating through the crowd,

waving and forming words with her mouth.

Other than souls of sobbing war widows,

she stays until there’s none left there.

Derailing, because we’re nothing more

than what we are,

lost souls in search for a guiding light

in times of loss, in times of need.

Why are we left

with these questions that remain untold?

You’ll never prove us wrong.

Only the end of the line could do such a thing,

but you can’t prove a dead man wrong.

Never would he in his life

return back to the town

where his childhood dreams

lie shattered on the playground,

where the swing is now only swung

by grey winds of memory.

No one still this very day

knows where or why

his path would him claim.

Maybe he’s still out there,

dreaming over the red horizon

to one day find his way back home.

Una madre saluta piangendo

all'eterno ragazzino ai suoi occhi.

Raddrizza il suo lungo berretto logoro

e le carezze della fredda guancia rossa,

mai e poi mai deviare per la tua strada

in questo mondo molto grande e strano.

Arruffi e scompiti il ​​berretto

il modo in cui dovrebbe essere quei giorni.

Dove sei, dove sei stato?

Chi sei, cosa hai fatto?

Citava sempre sua madre

che «la vita comincia a ventuno!»

Ma sono più che sicuro che non saresti d'accordo.

Non passò molto tempo prima che finisse.

Accelerando tra la folla,

agitando e formando parole con la bocca.

Oltre alle anime delle vedove di guerra singhiozzanti,

rimane finché non ne rimane nessuno.

Deragliando, perché non siamo altro

di quello che siamo,

anime perdute alla ricerca di una luce guida

nei momenti della perdita, nei momenti del bisogno.

Perché siamo rimasti

con queste domande che rimangono inespresse?

Non dimostrerai mai che ci sbagliamo.

Solo la fine della linea potrebbe fare una cosa del genere,

ma non puoi dimostrare che un uomo morto ha torto.

Mai nella sua vita

torna in città

dove la sua infanzia sogna

giacciono sconvolti nel parco giochi,

dove l'altalena ora è solo oscillata

dai grigi venti della memoria.

Nessuno ancora oggi

sa dove o perché

il suo percorso lo reclamerebbe.

Forse è ancora là fuori,

sognando oltre l'orizzonte rosso

per trovare un giorno la strada di casa.