Ladro di cuori col bruco - Lo Stato Sociale, Swayzak

Ladro di cuori col bruco - Lo Stato Sociale, Swayzak

Альбом
Turisti della democrazia
Год
2013
Язык
`Italiano`
Длительность
275240

Di seguito il testo della canzone Ladro di cuori col bruco , artista - Lo Stato Sociale, Swayzak con traduzione

Testo " Ladro di cuori col bruco "

Testo originale con traduzione

Ladro di cuori col bruco

Lo Stato Sociale, Swayzak

Mi faccio offrire da bere da Luca e cerco lei, ricolmo di sobbalzi liceali

Cercando la posa, la mira, il tempo atto a ordire un inganno

So muovere un dito e appenderci il fiato di 1000 persone su un palco

Ma qui non so neanche parlare

Il suo amico che ho buggerato oggi mi buggererà

Mi fa felice mi accolga con quella sua faccia da gongolo

Gli chiedo di salvarmi la vita lui mi dice

Va da lei, è la tua fan più affezionata

Ed è lei che avevo cercata

Venere scollata in corpo da lolita

Fin troppo cordiale per come saluta si scioglie in tignata

Il suo non essere abbastanza ubriaca poi invoca una serenata

Cantami pop, fammi sudare la febbre, l’apatico è triste ma ha un ritmo che mi

trascina

E intanto mi chiedo se è cigno o gallina

Com'è che ti chiami?

Livia.

Lidia?

Livia.

Lidia?

Livia con la v fa con le dita

E il delta di venere si apre ala foce della mia fantasia da ladro di cuori col

bruco

La porto a bere come un cane pastore lei mi porta a spasso come un barboncino

Mi attrae quel divano, mi siedo.

E Livia se ne va, perdendosi nei fumi del

barismo cordiale

Il mio divano in simil pelle è un amaro naufragare, la testa è fradicia di

cazzate e anche il gin invece che grondare

Piange la solitudine atavica del cugino triste di Umberto Smaila, io,

perso ad aspettare un segno da venere in vestitino

Mentre qualche stronzo fa un filmino e grida

Uuuuuu beibe beibe iz a uaild uord

Con la faccia vissuta della rockstar al bar del pescatore

Di chi è finito sotto un camion di salvaslip con le ali

Guardo culi che non potrò toccare, disegno curve che non saprò ricalcare

E mi chiedo ma a che serve il mercato?

A fabbricare sogni o a rivalutare l’usato?

E intanto sono stonato

E afrodite non arriva

La mia bocca è una maschera di saliva e il bicchiere un cunicolo di ghiacchio

Qualcuno attorno starà pensando io mi piaccio, qualcuno stasera vado a fica!

E io penso ai vestiti, alle macchine, alle cene, ai cocktail, ai cappellini

Al contocorrente che perde degli uomini che sanno dire in cifre cos’hanno da

offrire

Alle donne che sanno farsi comprare senza farlo pesare

Il partito negli ultimi ventanni è andato a puttane come il re

E come il re ha imparato a sparare

E con il re tornerà sifilitico e con il colpo sempre in canna

Per la gioia di ogni massaia drogata

Non arriva Giunone sciupata i suoi piedi da fata chissà dove l’avranno portata

Ha troppi amici per questo non dice mi piaci e ti salvo la vita

La vita è perduta

Non sono mai stato il bello del locale

A parte al pranzo di Natale

Ma li conosco e so cos’hanno da raccontare

Voi siete belli e terribili come le tempeste

Mettete su i dischi e dopo incendiate le feste

Normale stentiate a provare emozioni forti d’altronde

Per essere leggende

Prima bisogna essere morti

Puliti e pettinati, ma morti

Sempre, sempre, sempre sulla lista ma morti

La mia generazione è una merda Bologna è una merda le donne sono una merda gli

aperitivi fanno tutti merda

I vestiti i bicchieri di plastica mi hanno rotto il cazzo

Dovremmo essere nudi come vermi al macello su questa pista

A leccarci le ferite per il nostro tempo perduto a rincorrere cazzate

Che nudi si è tutti più brutti e più veri, anche le belle fiche

Merde!

Voi non avete niente da dare ed è un furto quel poco che avete da

chiedere alla vita

I commenti sul baffo, ma sei dimagrito?

Si schiaccia facendo l’attore?

Poi arriva un trentenne a caccia di quelli che la domenica mattina piangono

cagando sangue e invocando la mamma

E intavola una teoretica sullo sbottona mento del secondo bottone della camicia

Cambia tutto.

Vero o no?

Fa agli amici che nicchiano mentre gongolo dice:

Va da lei"

E io a lei dico: «non m’hai salvato la vita una volta, figuriamoci la seconda»

E senza dire niente Livia se n'è andata

Senza sapere di nulla senza nessun motivo per essere ricordata

T’avessi vista guardare la neve d’aprile, per strada

Poi, non t’avessi più incontrata

Forse, t’avrei per sempre amata

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