King Of The Blues - Steve Earle & The Dukes, The Dukes, Steve Earle

The day I was born, the moon crossed the sun

Mama cried, «sweet Jesus what have I done?

Lord have mercy on my unfortunate son»

Before I drew my second breath, Mama knew

She’d just given birth to the King of the Blues

And on that day somewhere somebody else died

Alone in a dark room and nobody cried

‘Cause there can only be one and I can’t be denied

Outriders told everybody the news

The King is dead, long live the King of the Blues

I’m the King of the Blues, thirteenth of the line

The first of my name and the last of my kind

One foot in the grave, one hand on the handle of time

Descended directly from St. John the Conqueroo

I’m the High Priest of Heartache and the King of the Blues

I’m a lover, a fighter, a prophet, a fool

The keeper of confidences, the lord of misrule

A consummate jack-of-all-trades of the Dickensian school

But they ain’t never made no love I couldn’t lose

I’m the last word of lonesome and the King of the Blues

Il giorno in cui sono nato, la luna ha attraversato il sole

La mamma gridò: «dolce Gesù che ho fatto?

Signore, abbi pietà del mio sfortunato figlio»

Prima che espirassi il mio secondo respiro, la mamma lo sapeva

Aveva appena dato alla luce il re del blues

E quel giorno da qualche parte qualcun altro è morto

Da solo in una stanza buia e nessuno piangeva

Perché ce ne può essere solo uno e non posso essere negato

Outriders ha detto a tutti la notizia

Il re è morto, viva il re del blues

Sono il re del Blues, il tredicesimo della linea

Il primo del mio nome e l'ultimo della mia specie

Un piede nella tomba, una mano sulla maniglia del tempo

Discende direttamente da San Giovanni il Conqueroo

Sono il Sommo Sacerdote di Heartache e il Re del Blues

Sono un amante, un combattente, un profeta, uno sciocco

Il custode delle confidenze, il signore del malgoverno

Un consumato tuttofare della scuola dickensiana

Ma non hanno mai fatto un amore che non potevo perdere

Sono l'ultima parola di solitario e il re del Blues