Di seguito il testo della canzone La tour du pendu , artista - SÜHNOPFER con traduzione
Testo originale con traduzione
SÜHNOPFER
L’aversion des prêcheurs distillant de vaines espérances
Et la négation de leur foy
M’ont valu les griefs de félonie et lâcheté
C’est en cette vieille ville d’Hérisson que je fus condamné
À estre de la cordelle pendu et bruslé
À faire pénitence dans la solitude où les voix égilent
Sous les murs crevassés où je traîne ma carcasse
Celle qui m'était promise se recueille dans la tristesse de ses deuils
Avec la corde je ne fais plus qu’un
Dans l’humidité, la crasse et les arantelles
Sous les huées stridentes des vents
Dans la plus noire oubliette
Où pendent d’autres dépouilles desséchées
Calabres regauties laissées croupir sans secours
Devenant à mon tour un cadavre décharné
Qu’on ne peut ramener à la vie
Amorphe et famélique
Les abysses s’ouvrent enfin à mes pieds
Lorsque soudain m’est apparu
Ce vieux pays qui m’a vu naître
L’automne sur le bocage, la couleur changeante des grès
Les lignes pures de ses horizons, la grâce de ses rivières
Ses obscures forteresses et leurs murailles
Qui en ont vu tant passer à trépas
Et les yeux noyés de brume, regardant vers le passé
Dans la somptueuse clarté du couchant
Les silhouettes imprécises s’estompent
Dans un morne silence
Je suis parti ne poussière
L'avversione dei predicatori che distillano vane speranze
E la negazione della loro fede
Mi ha guadagnato le lamentele di reato e codardia
Fu in questa vecchia città di Hérisson che fui condannato
Da appendere e bruciare con la corda
Fare penitenza nella solitudine dove le voci chiamano
Sotto i muri crepati dove trascino la mia carcassa
Quella che mi è stata promessa si raccoglie nella tristezza del suo lutto
Con la corda divento uno
Nell'umidità, nella sporcizia e nelle arantelle
Sotto i fischi stridenti dei venti
Nell'oblio più oscuro
Dove sono appesi altri resti essiccati
Le reggenze calabresi lasciate a marcire senza aiuto
Diventando a mia volta un cadavere emaciato
Che non può essere riportato in vita
Amorfo e affamato
L'abisso si apre finalmente ai miei piedi
Quando all'improvviso mi è venuto in mente
Questo vecchio paese dove sono nato
Autunno sul bocage, il colore cangiante delle arenarie
Le linee pure dei suoi orizzonti, la grazia dei suoi fiumi
Le sue scure fortezze e le loro mura
Che ne hanno visti tanti morire
E gli occhi affogati nella nebbia, guardando al passato
Nella sontuosa limpidezza del tramonto
Le sagome imprecise svaniscono
In un cupo silenzio
Ho lasciato in polvere
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