It Is What It Is - Vic Chesnutt

I am a monster

Like Quasimodo

Or Caliban the natural man

Giving wild ripostes to my reflection

One ugly morning

In a rage

Father threw an apple

Into my carapace

And like the invisible man

Directing traffic

I’d be ineffective

No matter how enthusiastic

Amid the masses' frenzy

Participation

In this massive

Separation

Appearance is everything

Nothing is how it seems

And civilized society

Is calm civility

I’m the phantom of the opera

Singing beauty and at ease

Or Henry Darger’s

Autobiography

And that is curt clues to my essence

Planned obsolescence

Appearance is everything

Nothing is how it seems

In a market economy

It’s called marketing

And not exactly clawing my way to glory

Nor whimpering in the wind

But once positively

I’m teetering on the brink

Of an all-out breakthrough

But sometimes clear-headed

Sometimes a doofus

Sometimes very cordial

And sometimes aloof

I am syrupy optimistic one moment

Then gravely pessimistic the next

Irritable as a hornet sometimes

Then agreeable as it gets

I’m not a pagan

I don’t worship anything

Not gods that don’t exist

Nor the sun which is oblivious

I love my ancestors but not ritually

I don’t blame them or praise them

For anything that they passed along to me

I don’t need stone altars to help me hedge my bet

Against the looming blackness

It is what it is

Sono un mostro

Come Quasimodo

O Caliban l'uomo naturale

Dando risposte selvagge alla mia riflessione

Una brutta mattina

In furia

Mio padre ha lanciato una mela

Nel mio carapace

E come l'uomo invisibile

Dirigere il traffico

Sarei inefficace

Non importa quanto sia entusiasta

In mezzo alla frenesia delle masse

Partecipazione

In questo enorme

Separazione

L'aspetto è tutto

Niente è come sembra

E la società civile

È calma civiltà

Sono il fantasma dell'opera

Cantando bellezza e a proprio agio

O di Henry Darger

Autobiografia

E questo è semi indizi sulla mia essenza

Obsolescenza programmata

L'aspetto è tutto

Niente è come sembra

In un'economia di mercato

Si chiama marketing

E non esattamente cercando di raggiungere la gloria

Né piagnucolare nel vento

Ma una volta positivamente

Sto vacillando sull'orlo

Di una svolta a tutto campo

Ma a volte lucida

A volte un doofus

A volte molto cordiale

E a volte distaccato

Sono un momento molto ottimista

Poi gravemente pessimista il prossimo

A volte irritabile come un calabrone

Quindi gradevole come viene

Non sono un pagano

Non adoro nulla

Non dei che non esistono

Né il sole che è ignaro

Amo i miei antenati ma non ritualmente

Non li biasimo né li lodo

Per tutto ciò che mi hanno trasmesso

Non ho bisogno di altari di pietra per aiutarmi a coprire la mia scommessa

Contro l'oscurità incombente

È quello che è