Di seguito il testo della canzone The Holy Sonnets of John Donne, Op. 35: Sonnet III: O might those sighes and teares , artista - Steuart Bedford, Philip Langridge, Бенджамин Бриттен con traduzione
Testo originale con traduzione
Steuart Bedford, Philip Langridge, Бенджамин Бриттен
Oh might those sighes and teares return againe
Into my breast and eyes, which I have spent,
That I might in this holy discontent
Mourne with some fruit, as I have mourn’d in vaine;
In mine Idolatry what show’rs of rain
Mine eyes did waste?
What griefs my heart did rent?
That sufferance was my sinne;
now I repent
'Cause I did suffer, I must suffer paine.
Th’hydroptique drunkard, and night scouting thief,
The itchy lecher and self-tickling proud
Have the remembrance of past joyes, for relief
Of coming ills.
To poore me is allow’d
No ease;
for long, yet vehement griefe hath been
Th’effect and cause, the punishment and sinne.
Oh potrebbero tornare di nuovo quei sospiri e quelle lacrime
Nel mio seno e negli occhi, che ho trascorso,
Che io possa in questo santo malcontento
Mattina con un po' di frutta, come ho pianto invano;
Nella mia idolatria cosa mostra la pioggia
I miei occhi si sono sprecati?
Quali dolori ha strappato il mio cuore?
Quella sofferenza era il mio peccato;
ora mi pento
Perché ho soffrito, devo soffrire dolore.
L'ubriacone idrottico e il ladro notturno,
Il libertino pruriginoso e l'orgoglioso autosolletico
Avere il ricordo delle gioie passate, per il sollievo
Di malati in arrivo.
Mi è permesso povere
Nessuna facilità;
per lungo tempo, eppure veemente il dolore è stato
L'effetto e la causa, il castigo e il peccato.
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