Di seguito il testo della canzone Embrace , artista - Angelcorpse con traduzione
Testo originale con traduzione
Angelcorpse
What is to be of this pestilience
That makes empires tumble like tears
The dust of millenia, fallen ages
Staunches the flow of dawning horizons
Obscuring
While the days crumble as their hours unfold
A sensual swooning, prophetic mocking
As the soils swallow the seeds of the past
Each one of us to his own
Embrace
Drowning in hallowed solitude
Swallowing the void
The pallid hope revealed at last
Embrace
Why should I fret in microcosmic bonds
That chafe the spirit and the mind repress
When through the clouds gleam beckoning beyonds
Whose shining vistas mock man’s littleness?
Throw off those shackles of sufferance
This penance of one thousand ordeals
I wield the scepter of destiny
Choose the means of my own death
Give me both nails and a hammer
Harness those ecstasies of death
Prostrate myself on cruciform
At last
With swift feet I made my way
Helmed by a cacophony of despair
Deaf to the legacy of youthfullness
And beauty and joy since pined away
Yet now a rush falls upon my ears
Of dripping, whispered words
The hole of emptiness I pour through
Unveils the caress from far beyond
Now no longer can I ignore
What goes before has gone again
The silence of immorality
Satisfied with this one fell step
Plunge beneath the waters
The freezing embrace of the goddess of death
Che cosa deve essere di questa pestilenza
Questo fa cadere gli imperi come lacrime
La polvere di millenni, secoli caduti
Arresta il flusso degli orizzonti nascenti
Oscurante
Mentre i giorni si sgretolano mentre le loro ore si svolgono
Una presa in giro sensuale e profetica
Mentre il suolo ingoia i semi del passato
Ognuno di noi per conto suo
Abbraccio
Annegando in sacra solitudine
Ingoiare il vuoto
La pallida speranza si è finalmente rivelata
Abbraccio
Perché dovrei preoccuparmi dei legami microcosmici
Che irritano lo spirito e la mente reprimono
Quando attraverso le nuvole brillano gli aldilà che fanno cenno
I cui splendidi panorami deridono la piccolezza dell'uomo?
Getta via quelle catene di sofferenza
Questa penitenza di mille prove
Tengo lo scettro del destino
Scegli i mezzi della mia morte
Dammi entrambe le unghie e un martello
Sfrutta quelle estasi di morte
Prostrarmi su cruciforme
Alla fine
Con piedi veloci ho fatto la mia strada
Guidato da una cacofonia di disperazione
Sordi all'eredità della giovinezza
E la bellezza e la gioia da allora si sono estinte
Eppure ora una corsa cade sulle mie orecchie
Di parole gocciolanti e sussurrate
Il buco del vuoto attraverso il quale verso
Svela la carezza da molto al di là
Ora non posso più ignorare
Quello che c'era prima è andato di nuovo
Il silenzio dell'immoralità
Soddisfatto di questo passo caduto
Immergiti nelle acque
L'abbraccio gelido della dea della morte
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