Trade - Anopheli

acts of cruelty

do not surmount

to a wish for death!

in all your travels

has it not occurred to you

that the fatal wound

Is but a consequence?

the will to live

ingrained in all

the abrasive shock

of flight or fight

fears raw grip

around our stomachs

guides our nerve

we jolt and vomit

we like to think ourselves

ordained in hierarchy

that we self crown

and we bear down

throwing our weight

the cudgel to and fro

so that everybody knows

where they reside

the woven sticks

bound with the fist

pendulum arm swings

and mesmerises

Chrononaut

deathless patron

whose eyes have seen

our cradle and grave

Yet missed the point

That life only has meaning

when fleeting?

It is the wealth of brevity

Yourself unhindered

Whose meandered path

Has served you endless splendour

Dare to judge us mere trifles?

(Sentinel) I judge for I do not know

the graze of sunlight

intimacy of touch

I am but a husk!

I am jealous

pain could be a joyous thing

to that which cannot know

each tense and vital blow

(Recipient) the component of you

who broods in singularities

with Galileo impetus

you watch inscrutable tides

to bask in stars ejecta

the gloss of lakes of mercury

and yet you crave this

orchestration of meat

that rots from genesis

until epiphanic death bed

I would gladly trade

to know your sight

trade your life

for my lack thereof?

It is an unfair trade

my meagre years

for your endlessness

Yet I am willing

(Sentinel) beneath my cowl hides

fields of Nero’s ash

the snap of bone

I am sepulchral

You will inherit

the terrible barrenness

the anguish of unfeeling

a soporous value

(Recipient) let me take your mask

unload this burden

For death is paralysis

and entropy

(Sentinel) unravel into me

and I into you,

for I now claim you

as my own

atti di crudeltà

 non superare

a un augurio di morte!

in tutti i tuoi viaggi

non ti è venuto in mente

che la ferita mortale

È ma una conseguenza?

la voglia di vivere

radicato in tutto

lo shock abrasivo

di volo o lotta

teme la presa cruda

intorno al nostro stomaco

guida i nostri nervi

sussultiamo e vomitiamo

ci piace pensare a noi stessi

ordinato in gerarchia

che noi stessi incoroniamo

e noi sopportiamo

gettando il nostro peso

il randello avanti e indietro

in modo che tutti lo sappiano

dove risiedono

i bastoncini intrecciati

legato con il pugno

oscillazioni del braccio del pendolo

e ipnotizza

Chrononauta

patrono immortale

i cui occhi hanno visto

nostra culla e tomba

Eppure mancava il punto

Che la vita ha solo un significato

quando fugace?

È la ricchezza della brevità

Te stesso senza ostacoli

Il cui sentiero tortuoso

Ti ha servito splendore infinito

Il coraggio di giudicarci semplici sciocchezze?

(Sentinella) Giudico per non lo so

il tocco della luce solare

intimità del tatto

Io sono solo un guscio!

Sono geloso

il dolore potrebbe essere una cosa gioiosa

a ciò che non può sapere

ogni colpo teso e vitale

(Destinatario) il tuo componente

che cova nelle singolarità

con impulso galileiano

guardi maree imperscrutabili

crogiolarsi nelle stelle espulse

la lucentezza dei laghi di mercurio

eppure tu brami questo

orchestrazione di carne

che marcisce dalla genesi

fino al letto di morte epifanico

Farei trading volentieri

per conoscere la tua vista

scambia la tua vita

per mia mancanza?

È un commercio sleale

i miei magri anni

per la tua infinità

Eppure sono disposto

(Sentinella) si nasconde sotto il mio cappuccio

campi di cenere di Nerone

lo schiocco dell'osso

Sono sepolcrale

Tu erediterai

la terribile sterilità

l'angoscia dell'insensibilità

un valore soporifero

(Destinatario) fammi prendere la tua maschera

scaricare questo peso

Perché la morte è paralisi

ed entropia

(Sentinella) districa in me

e io in te,

perché ora ti rivendico

come mio