Vinho velho - Capicua, Mistah Isaac, D-One

Provo da tristeza como um vinho velho

E mesmo assim eu espero não partir o espelho.

E digo

Que confio no teu bom conselho

Mas se for preciso ainda consigo esmurrar um joelho.

E sigo

Sinal vermelho é verde tinto

Se o meu instinto me diz que sim, sigo o que sinto

E nem por isso serei impulsiva

Posso ser tão optimista que até Deus duvida

Só desisto quando há fumo branco

Até à solução pondero até à cisma

Eu ultrapasso a lebre num instante

Na competição sou tartaruga ninja

Como uma esfinge, eu fingo que sou de pedra

Que sou dura na queda

Mas a perda eu evito

E como a vida é como a tal caverna

Nesta alegoria eu queria ter uma laterna e um livro

Para ser livre é preciso ter coragem

Muitas vezes sou cobarde e suavizo na dosagem

Com o eufemismo na boca, sou felino na toca

Evitando uma troca de olhar, e não se nota

Que me esquivo do conflito, que finto a rotura

Eu não domino o desapego e cedo ao peso da culpa

Para mim é tortura ter de partir um coração

Para ser mulher madura ainda me falta aventura

E saber dizer que não

Não.

Eu não sei dizer que não

Eu provo da tristeza como um vinho velho

E mesmo assim eu espero não partir o espelho.

E digo

Que confio no teu bom conselho

Mas se for preciso ainda consigo esmurrar um joelho.

E sigo

Como uma esfinge eu fingo que sou de pedra

Que sou dura na queda, mas a perda eu evito

E como a vida é como a tal caverna

Nesta alegoria eu queria ter uma lanterna e um livro

O vinho velho, o tabaco cubano

O meu pai e o mano, a Teresa e a mãe

A tua barba, a cama e a carta

As palavras da Marta e toda a gente que vem

Para ver no palco, o que digo bem alto e

Quando os vejo espanto este medo que tenho

E o papel perfumado

Com que tenho forrado a gaveta do quarto

Onde guardo o além

Uma foto do bicho, um vestido e um livro

Um relógio e aquilo que tenho escrito também

Era suposto ser eu no pós-doc

Ele no pós-rock

E ainda mais uns trocos nisto

Mas o destino trocou essas voltas

E a «Sereia Louca» ficou com a lavoura

E o com um disco de Hip Hop

E chegada à encruzilhada ficou claro

Que fui eu que chamei por tudo isto

E que não há nada de nada

Nem uma chapada na cara

Que não derive daquilo que pedimos

No rap tenho trabalhado muito e tenho tido sorte

E tenho sido forte para continuar

Tendo como suporte

Aquele velho mote

«Cuidado com o desejo, pode-se concretizar»

E se há coisa que me tira do sério

É se me tiram o êxito

E duvidam do mérito

É que as minhas conquistas

São de rimas em pistas

De batalhas sofridas

E o suor de um exército

E é por isso que as gavetas de cima

São das mães, são sempre de quem

Tomou a iniciativa

O trabalho é recompensado pela comodidade

De não teres de ajoelhar perante a vida

E a verdade da cómoda é incómoda

Mas já tenho esta gaveta cá de cima

E por norma eu trabalho para a vitória

Chego a casa, abro a mala

E guardo a medalha que é minha!

Assaporo la tristezza come un vino vecchio

E anche così, spero di non rompere lo specchio.

E io dico

Che mi fido dei tuoi buoni consigli

Ma se devo, posso ancora dare un pugno al ginocchio.

E io seguo

Il segno rosso è verde rosso

Se il mio istinto mi dice di sì, seguo quello che sento

E non sarò impulsivo per questo

Posso essere così ottimista che persino Dio dubita

Mi arrendo solo quando c'è fumo bianco

Fino alla soluzione medito fino allo scisma

Raggiungo la lepre in un istante

Nella competizione, sono una tartaruga ninja

Come una sfinge, fingo di essere fatto di pietra

Che sono duro in autunno

Ma la perdita che evito

E com'è la vita come quella caverna

In questa allegoria volevo avere una torcia e un libro

Per essere liberi devi avere coraggio

Sono spesso un codardo e ammorbidisco il dosaggio

Con l'eufemismo in bocca, sono un felino nella mia tana

Evitare uno scambio di sguardi e non farsi notare

Che evito il conflitto, che fingo di sciogliermi

Non padroneggio il distacco e cedo al peso del senso di colpa

È una tortura per me dover spezzare un cuore

Per essere una donna matura, mi manca ancora l'avventura

E saper dire di no

Non.

Non so dire di no

Assaporo la tristezza come vino vecchio

E anche così, spero di non rompere lo specchio.

E io dico

Che mi fido dei tuoi buoni consigli

Ma se devo, posso ancora dare un pugno al ginocchio.

E io seguo

Come una sfinge fingo di essere fatto di pietra

Che sono duro quando cado, ma evito le perdite

E com'è la vita come quella caverna

In questa allegoria, volevo avere una torcia e un libro

Vino vecchio, tabacco cubano

Mio padre e mio fratello, Teresa e mia madre

La tua barba, il letto e la lettera

Le parole di Marta e di tutti quelli che vengono

Per vedere sul palco, quello che dico ad alta voce e

Quando li vedo, rimango stupito da questa paura che ho

E la carta profumata

Con cosa ho foderato il cassetto della mia camera da letto

Dove tengo l'aldilà

Una foto dell'animale, un vestito e un libro

Un orologio e anche quello che ho scritto

Dovevo essere io nel postdoc

Lui nel post-rock

E qualche soldo in più su questo

Ma il destino ha cambiato queste svolte

E la «Crazy Mermaid» è rimasta con il raccolto

E con un album Hip Hop

E arrivando al bivio è diventato chiaro

Che sono stato io a chiedere tutto questo

E che non c'è niente

Nemmeno uno schiaffo in faccia

Che non derivi da ciò che chiediamo

Nel rap ho lavorato molto e sono stato fortunato

E sono stato forte per andare avanti

Avere come supporto

quel vecchio motto

«Attento al tuo desiderio, potrebbe avverarsi»

E se c'è qualcosa che mi fa arrabbiare

È se mi tolgono il successo

E dubitare del merito

È solo che i miei risultati

Fanno rima sugli indizi

Di battaglie subite

E il sudore di un esercito

Ed è per questo che i primi cassetti

Sono delle madri, sono sempre di chi

prese l'iniziativa

Il lavoro è premiato per comodità

Di non doversi inginocchiare davanti alla vita

E la verità della cassettiera è scomoda

Ma ho già questo primo cassetto

E normalmente lavoro per la vittoria

Arrivo a casa, apro la valigia

E conservo la medaglia che è mia!