Presage of Emptiness - John Frum

I am the one whose prism refracts nothingness

The colorless backdrop upon which all myths are painted

Maps to enlightenment drawn upon this hide

Observed but unrecognized with calumnious genuflection

Growing fat on the vanity of rested laurels

Being named in the earliest days

I am no Creator, undesiring of paltry praise

Though no creed descends from this cosmic maw

All shall find truth in eradicating negation

I am the incessant hunger

The concept upon which all famine is based

The suzerain sire of starvation

Ineffable collapser;

engine of nihility

Swallowing each generation’s beacon of hope

I have brought cause and borne witness to the siege of countless eternities

I am the one whose form is unfathomable

The sprawling sidereal splendor

A monochromatic aberration

A tenebrific enormity

Drowning the heavens in a shimmering void

I am the one whose progeny is desolation

The annihilating lineage’s physical manifest

Those swathed in eyes staring through onyx lids

Scarring the land with a flagellating gait

Those whose limbs dam the fetid waters

Curdling creation’s stifled lifestream

Those dreadful enough to choke the wind from the sky

Commanding gravity, upheaving all bound by nature

And now you have heard mine herald’s cry

And now we are met

Io sono quello il cui prisma rifrange il nulla

Lo sfondo incolore su cui sono dipinti tutti i miti

Mappe per l'illuminazione disegnate su questa pelle

Osservato ma non riconosciuto con calunniosa genuflessione

Ingrassare sulla vanità degli allori riposati

Essere nominato nei primi giorni

Non sono un Creatore, non desidero la lode irrisoria

Anche se nessun credo discende da queste fauci cosmiche

Tutti troveranno la verità nello sradicare la negazione

Io sono la fame incessante

Il concetto su cui si basa tutta la carestia

Il sovrano padre della fame

Crollo ineffabile;

motore del nulla

Ingoiare il faro di speranza di ogni generazione

Ho portato causa e testimoniato all'assedio di innumerevoli eternità

Io sono quello la cui forma è insondabile

Il tentacolare splendore siderale

Un'aberrazione monocromatica

Un'enormità tenebrosa

Annegando i cieli in un vuoto scintillante

Io sono colui la cui progenie è la desolazione

Il manifesto fisico del lignaggio annientante

Quelli avvolti negli occhi che fissano attraverso le palpebre di onice

Sfregiando la terra con un'andatura flagellante

Quelli le cui membra argillano le acque fetide

Il flusso vitale soffocato della creazione cagliata

Quelli abbastanza terribili da soffocare il vento dal cielo

Comandare la gravità, sconvolgere tutto ciò che è legato dalla natura

E ora hai sentito il grido del mio araldo

E ora ci siamo incontrati