Moritvrvs Immortalis - Kromlek
С переводом

Moritvrvs Immortalis - Kromlek

Альбом
Finis Terrae
Год
2011
Язык
`tedesco`
Длительность
314510

Di seguito il testo della canzone Moritvrvs Immortalis , artista - Kromlek con traduzione

Testo " Moritvrvs Immortalis "

Testo originale con traduzione

Moritvrvs Immortalis

Kromlek

Оригинальный текст

Argwohnflackern am grauen Firmament

Auf kargen Ackern, die man Jdhavöllr nennt

Regt sich Grollen, das die Antwort kennt

Auf jene Frage, die in uns brennt

Monarch der Stummen heißt man mich in ankerloser Zeit

Als der blinden Kaiser Herold steh ich fragenlos bereit

Auf und nieder bäumt der Leib sich über den Asphalt

Bis Rankenwerk mich holt bin ich schon viele Winter kalt

Und so schreie ich vom Dach

Der immergrünen Hölle

Hinein ins graue Treiben

Jener fast versiegten Quelle

Und stämm' ich auch vergeblich

Brett für Brett mein Opernhaus

Die Zeit, sie gibt mir Recht

Und fegt euch Lumpenpack hinaus

Es geht hinter mir, unter mir.

Stampft auf den Boden

Hohl, hörst du?

Alles hohl da unten.

Die Freimaurer!

Komm mit mir, komm nur, komm nur

Hält mich nicht Rank noch Dorn — Bin ich Gottes Zorn

Die gläserne Seele auf eiserner Stele

Ein Mahnmahl zum Hohn — dies ist EUER Sohn!

Die wüsten Straßen fließen lichterloh

Durch den erloschnen Kopf.

Und tun mir weh

Ich fühle deutlich, daß ich bald vergeh —

Dornrosen meines Fleisches, stecht nicht so

Die Nacht verschimmelt.

Giftlaternenschein

Hat, kriechend, sie mir grünem Dreck beschmiert

Das Herz ist wie ein Sack.

Das Blut erfriert

Die Welt fällt um.

Die Augen stürzen ein

Vom Rachen eines Löwen wird Wahrheit nicht erkannt

Er brüllt sie euch entgegen und wird doch von euch verbannt

Heute trage ich des Löwen Worte in die Welt

Wo er zerbrach, da gehe ich, von seinem Geist erhellt

Перевод песни

Luccichii di sospetto nel grigio firmamento

Su campi aridi chiamati Jdhavöllr

Suscita un brontolio che conosce la risposta

Alla domanda che brucia dentro di noi

Sono chiamato monarca del muto in tempi senza ancora

Come araldo dell'imperatore cieco, sono pronto senza dubbio

Il corpo si impenna su e giù sull'asfalto

Quando i viticci mi prendono, ho avuto freddo per molti inverni

E così urlo dal tetto

L'inferno sempreverde

Nel grigio trambusto

Quella primavera quasi prosciugata

E mi astengo anche invano

Bordo dopo bordo, il mio teatro dell'opera

Il tempo mi dà ragione

E spazza via i tuoi stracci

Va dietro di me, sotto di me.

Calpesta il terreno

vuoto, hai sentito?

Tutto vuoto laggiù.

I massoni!

Vieni con me, vieni, vieni e basta

Non rango né spina mi trattengono: io sono l'ira di Dio

L'anima di vetro su una stele di ferro

Un memoriale per la presa in giro: questo è TUO figlio!

Le strade del deserto scorrono luminose

Attraverso la testa morta.

e mi ferisci

Sento chiaramente che presto passerò

Le rose spinose della mia carne, non pungono così

La notte si scioglie.

bagliore di lanterna velenosa

L'ha imbrattata di terra verde mentre gattonava

Il cuore è come un sacco.

Il sangue si congela

Il mondo cade.

Gli occhi crollano

La verità non si conosce dalla bocca di un leone

Te lo grida e viene bandito da te

Oggi porto nel mondo le parole del leone

Dove ha rotto, io vado, illuminato dal suo spirito

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