Di seguito il testo della canzone Wir Ertrunkenen , artista - Agrypnie con traduzione
Testo originale con traduzione
Agrypnie
Beständig erschallt das tiefe Grollen als Vorbote des Sturms
Schwer hängen die Wolken am von Blitzen gezeichneten Horizont
Wir bieten trotzig dem nahenden Ungetüm die Stirn
Gleichwohl wissend ist unser Schicksal doch schon lange besiegelt
Ein letztes Loblied auf unbeugsamen Mut
Ein letzter Schluck benetzt brennend die Khle
Ein letztes Blcken der Zähne ins Angesicht des Schnitters
Ein letzter Blick schweift gedankenvoll gen weit entfernter Heimat
Ohrenbetäubendes Kreischen gefriert uns das Blut in den Adern
Kaltschnäuzig peitscht uns wütend der Regen
Das erfrorene Fleisch von den Knochen
Laut ächzend bricht das modernde Holz
Die See empfängt uns mit offenen Armen
Die Hoffnung versinkt in den Fluten
Das Tritonshorn erklingt aus der dunklen Tiefe
Und unerbittlich durchflutet die See unsere krampfenden Körper
Endlose letzte Sekunden im aussichtslosen, ungleichen Kampf
Unsere Schreie ersterben in rauen Kehlen
Die Kälte raubt uns die Sinne
Gnadenvoll empfängt uns die Dunkelheit
Versöhnlich zeigt sich die ruhende See bei Morgengrauen
Die bittenden Blicke sehnsüchtig rastend am goldenen Horizont
Stunden um Stunden schwindet die brüchige Zuversicht
Und mit dem letzten Lichtstrahl des Tages
Erlischt auch der eisernste Glaube
Il profondo rombo risuona costantemente come presagio di tempesta
Le nuvole pendono pesantemente all'orizzonte segnato dai fulmini
Affrontiamo con aria di sfida il mostro che si avvicina
Tuttavia, sapendo, il nostro destino è stato a lungo segnato
Un ultimo inno al coraggio indomito
Un ultimo sorso inumidisce la frescura ardente
Un'ultima rivelazione di denti in faccia al mietitore
Un ultimo sguardo pensieroso vaga verso la patria lontana
Urla assordanti ci gelano il sangue nelle vene
Con la faccia fredda, la pioggia ci frusta furiosamente
La carne congelata dalle ossa
Il legno in decomposizione si rompe con un forte gemito
Il mare ci accoglie a braccia aperte
La speranza sprofonda nelle inondazioni
La conchiglia risuona dalle profondità oscure
E inesorabilmente il mare inonda i nostri corpi convulsi
Ultimi secondi infiniti in una lotta senza speranza e impari
Le nostre urla muoiono in gola ruvida
Il freddo ci priva dei nostri sensi
L'oscurità ci accoglie con grazia
Il mare calmo appare clemente all'alba
La supplica sembra posarsi con desiderio sull'orizzonte dorato
Ora dopo ora, la fragile fiducia diminuisce
E con l'ultimo raggio di luce del giorno
Anche la fede più ferrea si spegne
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