Di seguito il testo della canzone Plateau télé , artista - Aldebert con traduzione
Testo originale con traduzione
Aldebert
Seul devant mon cube en couleur
J’me crée une deuxième vie privée
Une certaine idée du bonheur
Qui vous fait douc’ment chavirer.
Plus d’contacts avec mes semblables
Juste ces images, qui me remplissent la tête.
Je n’voyage plus que sur le câble
Mes amis sont sur Internet.
A force de mater mon écran
J'évolue doucement vers le rien
L’obsolète nécessité
Du culte du plateau télé.
Aujourd’hui qui se souvient
Du temps des échanges humains?
Nous étions nous même les écrans
Et on se shootait aux gens.
Toujours corrects et bien pensants
Cathodiques et acidulés
Les gens qu’aujourd’hui je respecte
Sont animateurs de télé.
Ce soir ils nous proposent
Un abreuvoir àconfidences impudiques
Oùchacun ira je suppose
Chercher ses malheurs
Et les jeter au public.
A force de mater mon écran
J'évolue doucement vers le rien
L’obsolète nécessité
Du culte du plateau télé.
Aujourd’hui qui se souvient
Du temps des échanges humains?
Nous étions nous même les écrans
Et on se shootait aux gens.
Ne plus parler àpersonne
Ne plus sortir, ne plus bouger.
Ma voiture c’est ma console
Ma culture le programme télé.
Vautrédans mon matoir
La pensée unique s’installe
Et sans s’en apercevoir
Devient lobotomie familiale.
A l’instar des honnêtes quidam
Assimilés, déshumanisés.
Eteindre tout doucement la flamme
Et finir par s’auto-zapper.
Da solo davanti al mio cubo di colore
Creo una seconda vita privata
Una certa idea di felicità
Il che ti fa capovolgere delicatamente.
Niente più contatti con i miei coetanei
Solo queste immagini, che mi riempiono la testa.
Viaggio solo via cavo
I miei amici sono su Internet.
Fissando il mio schermo
Mi sto lentamente muovendo verso il nulla
L'obsoleta necessità
Dal cult del televisore.
Oggi chi se lo ricorda
Dai tempi degli scambi umani?
Noi stessi eravamo gli schermi
E stavamo sparando alla gente.
Sempre corretto e ben intenzionato
catodico e acido
Le persone che rispetto oggi
Sono conduttori televisivi.
Stasera ci offrono
Un abbeveratoio di confidenze immodeste
Dove andranno tutti, immagino
Cerca le sue disgrazie
E lanciarli al pubblico.
Fissando il mio schermo
Mi sto lentamente muovendo verso il nulla
L'obsoleta necessità
Dal cult del televisore.
Oggi chi se lo ricorda
Dai tempi degli scambi umani?
Noi stessi eravamo gli schermi
E stavamo sparando alla gente.
Non parlare con nessuno
Niente più uscite, niente più spostamenti.
La mia macchina è la mia console
La mia cultura il programma televisivo.
Sguazzare nel mio matoir
Insorge l'ostinazione
E senza rendersene conto
Diventa lobotomia familiare.
Come le persone oneste
Assimilato, disumanizzato.
Spegni lentamente la fiamma
E finisci per auto-zapping.
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