Das Ultimatum - Heinz Rudolf Kunze
С переводом

Das Ultimatum - Heinz Rudolf Kunze

  • Альбом: Eine Form Von Gewalt

  • Год: 1988
  • Язык: tedesco
  • Длительность: 5:28

Di seguito il testo della canzone Das Ultimatum , artista - Heinz Rudolf Kunze con traduzione

Testo " Das Ultimatum "

Testo originale con traduzione

Das Ultimatum

Heinz Rudolf Kunze

Оригинальный текст

Eine Zuruecknahme der Schoepfungseschichte in sieben Tagen)

Er hatte einen Brief verfasst

Der lautete wie folgt:

«Hier ist mein Ultimatum an die Welt

Wenn binnen sieben Tagen nicht

Wer kommt, um mich zu sehn

Dann zahle ich das letzte Loesegeld

Ich habe mich verproviantiert

Fuer eine Woche knapp

Die Tuer verschlossen und geh nirgends hin

Ich bin kein Philosoph, und doch:

Ich fuehre den Beweis

Seid sicher, dass ich nicht umnachtet bin.»

So sehn wir ihn am zweiten Tag:

Die Tuer ist unberuehrt

Er waescht sich, macht sich Fruehstueck, ganz normal

Dann weiss er nicht genau, wohin

Mit sich und seiner Zeit

Hoert Radio, durchblaettert ein Journal

Es wird auch Mittag, irgendwie

Der Rundfunk hat’s bezeugt

Er geht zum Herd und braet sich ein Kotelett

Dann greift er sich Immanuel Kant

Sieht fern bis null Uhr zehn

Schlaeft ein in seinem ungemachten Bett

So sehn wir ihn am dritten Tag:

Um elf klopft jemand an!

Er hat verschlafen, schiesst jetzt hellwach auf!

Der draussen mumelt so etwas wie

«…habe mich geirrt…»

Und steigt dann in den naechsten Stock hinauf

Es braucht nun eine ganze Zeit

Bis dass er das verdaut

Und was sich auch kocht, es schmeckt ihm nicht

Er merkt an sich, wieviel er trinkt

Und dass des nachts was saust

Und dass er mit sich Selbstgespräche spricht

So sehn wir ihn am vierten Tag:

Ein Stockwerk unter ihm

Wurd' scheinbar heute frueh ein Kind gebor’n

Da kraeht es und da poltert es

Der Mutterkuchen dampft

Und er hat einen Hosenknopf verlor’n

Und als der Tag zur Neige geht:

Ein Stockwerk ueber ihm

Ist eine alte Frau mit Sterben dran

Ihm kommt es vor, als saesse er

Im Fahrstuhl, zweiter Stock

Der haelt am siebten Tag dort oben an

So sehn wir ihn am fuenften Tag:

Das Fernsehn ist kaputt

Ein truebes Fruehstueck ohne Fruehprogramm

Er stellt sich vor den Spiegel, bleibt

Dort lange Stunden sthen

Und merkt dann, dass er kaum noch sprechen kann

Er greift zum Buch, es faellt ihm hin

Er greift es sich erneut

Zum Lesen sind die Augen viel zu wund

Ein schwarzer Vogel fliegt vors Fenster-

Glas mit voller Wucht

Er schaut hinaus ins rote Abendrund

So sehn wir ihn am sechsten Tag:

Er fiebert und ist matt

Beim blossen Liegen tut er sich schon weh

Er hoert kaum noch im Treppenhaus

Das grosse Auf und Ab

Gleich nebenan steigt heut ein Balle Paree

Er merkt nicht, wann es dunkel wird

Er schaut nicht mehr hinaus

Seit Ewigkeiten liegt er steinern still

Des nachts erbricht er sich, als grad

Ein Heisssporn nebenan

Ein Maedchen zu sich nieder reden will

So sehn wir ihn am siebten Tag:

Er ist noch einmal frisch

Er oeffnet die Gardinen, beugt die Knie

Er fruehstuckt in Ausfuehrlichkeit

Raeumt alles sauber weg

Er pfeift sich seine Lieblingsmelodie

Dann reckt er sich, dann denkt er sich

«jetzt wird es aber Zeit»

Er nimmt ein Papier, schreibt «q.e.d.»

darauf

Er holt sich einen starken Stuhl

Und einen starken Strick

Und haengt sich ohne Augenschliessen auf

Joachim Luhrmann: Perkussion

Joshi Kapple: Bassgitarre

Hendrik Schaper: E-Piano

Mick Franke: Akustische Gitarre

HRK: Gesang, Akustische Gitarren, E-Gitarre

Перевод песни

Un capovolgimento della storia della creazione in sette giorni)

Aveva scritto una lettera

Si leggeva come segue:

«Ecco il mio ultimatum al mondo

Se non entro sette giorni

che vengono a trovarmi

Allora pagherò l'ultimo riscatto

Ho disposizioni

Poco meno di una settimana

La porta si è chiusa e non andare da nessuna parte

Non sono un filosofo, eppure:

Lo dimostrerò

Assicurati che non sono pazzo".

Ecco come lo vediamo il secondo giorno:

La porta è intatta

Si lava, si prepara la colazione, del tutto normale

Poi non sa esattamente dove andare

Con se stesso e il suo tempo

Ascolta la radio, sfoglia un diario

È anche ora di pranzo, in qualche modo

La radio ne è stata testimone

Va ai fornelli e cucina una braciola

Quindi afferra Immanuel Kant

Guarda la TV fino a mezzanotte dieci

Addormentarsi nel suo letto sfatto

Ecco come lo vediamo il terzo giorno:

Alle undici qualcuno bussa!

Ha dormito troppo, ora si sveglia completamente sveglio!

Quello fuori borbotta qualcosa del genere

"…Mi sbagliavo…"

E poi sale al piano successivo

Adesso ci vuole un bel po'

Finché non lo digerisce

E qualunque cosa stia cucinando, non gli piace

Nota quanto beve

E quel qualcosa si precipita di notte

E che sta parlando da solo

Ecco come lo vediamo il quarto giorno:

Un piano sotto di lui

A quanto pare stamattina è nato un bambino

Là canta e là rimbomba

La placenta è fumante

E ha perso un bottone dei pantaloni

E mentre la giornata volge al termine:

Un piano sopra di lui

È una vecchia con una svolta morente

Gli sembra di essere seduto

In ascensore, secondo piano

Si ferma lassù il settimo giorno

Ecco come lo vediamo il quinto giorno:

La TV è rotta

Una colazione torbida senza un programma mattutino

Sta davanti allo specchio e resta

Stare lì per lunghe ore

E poi si rende conto che riesce a malapena a parlare

Prende il libro, tocca a lui

Lo afferra di nuovo

Gli occhi sono troppo doloranti per leggere

Un uccello nero vola davanti alla finestra

Vetro a piena forza

Guarda nel cielo rosso della sera

Ecco come lo vediamo il sesto giorno:

Ha la febbre ed è svenuto

Si fa male solo sdraiandosi

Si sente a malapena nella tromba delle scale

I grandi alti e bassi

Un balle paree sta salendo proprio accanto

Non si accorge quando si fa buio

Non guarda più fuori

Sta mentendo immobile da secoli

Di notte vomita quando è laureato

Un hotspur della porta accanto

Una ragazza vuole parlare con se stessa

Ecco come lo vediamo il settimo giorno:

È di nuovo fresco

Apre le tende, piega le ginocchia

Fa colazione in dettaglio

Metti via tutto in modo pulito

Fischia la sua melodia preferita

Poi si allunga, poi pensa

"Ma ora è il momento"

Prende un pezzo di carta, scrive "q.e.d."

su di esso

Ottiene una sedia robusta

E una corda forte

E si impicca senza chiudere gli occhi

Joachim Luhrmann: percussioni

Joshi Kapple: basso

Hendrik Schaper: pianoforte elettrico

Mick Franke: chitarra acustica

HRK: voce, chitarre acustiche, chitarra elettrica

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