Brota de Mi Corazon - Javier Krahe, Diego El Cigala, Gladston Galliza

Esa piadosa costumbre de algunas mujeres

La de alegrar mi vida con emociones mil

Y aliviarme las penas

Y prepararme cenas

Oiga, la mar de bien

Esa costumbre es muy buena para el organismo

Cuando me duelen los ojos de ver casi todo

Ellas suelen mostrarme su desnudo total

Y mi vista cansada

Queda muy refrescada

Tras un baño en su piel

Y vuelvo a ver casi todo con ojos de niño

Si se me aburre el oído de oír tantas gaitas

Y tantas baterías como las que hay que oír

Ellas me lo recrean

Ellas me tararean

Palabritas de amor

Que son un bálsamo para mis trompas de Eustaquio

Y si metí la nariz en cualquier Dinamarca

Vienen con sus perfumes y su oír corporal

A entregarle fragantes

Otros muchos instantes

A este olfato infeliz

Harto de efluvios viciados y de chamusquinas

Siempre que me trago un sapo por no armar la bronca

Luego me paso un lustro sin ganas de almorzar

Ellas cumplen el rito

De abrirme el apetito

Con ostras y champán

Bueno, quizás exagere, pero algo muy rico

Bien por temor a dejar huellas dactilares

Bien por tocar madera con cierta asiduidad

Se anquilosa mi tacto

Pero resurge intacto

Y es un tacto sutil

Cuando acaricia y conoce o explora y descubre

Y aún os podría contar de algún sexto sentido

Un séptimo, un octavo, todos van a mejor

Mientras me alivian penas

Y me preparan cenas

Oiga, la mar de bien

Esa piadosa costumbre de algunas gachís

Quella pia usanza di alcune donne

Quello per illuminare la mia vita di mille emozioni

e allevia i miei dolori

e preparare la cena

Ehi, il mare del bene

Questa usanza è molto buona per il corpo

Quando i miei occhi mi fanno male vedendo quasi tutto

Di solito mi mostrano il loro nudo totale

e il mio affaticamento degli occhi

È molto bello

Dopo un bagno nella tua pelle

E rivedo quasi tutto con gli occhi di un bambino

Se il mio orecchio si annoia sentendo così tante cornamuse

E tanti tamburi quanti sono da ascoltare

Lo ricreano per me

mi canticchiano

piccole parole d'amore

Che sono un balsamo per le mie trombe di Eustachio

E se avessi ficcato il naso in una qualsiasi Danimarca

Vengono con i loro profumi e l'udito del loro corpo

Per consegnare fragrante

tanti altri momenti

A questo odore infelice

Stanco di stantii effluvi e canti

Ogni volta che ingoio un rospo per non fare storie

Poi passo cinque anni senza voler pranzare

Compieno il rito

per stuzzicare il mio appetito

Con ostriche e champagne

Beh, forse sto esagerando, ma qualcosa di molto gustoso

Bene per paura di lasciare impronte

Ottimo per battere sul legno con una certa assiduità

il mio tocco si irrigidisce

Ma riaffiora intatto

Ed è un tocco sottile

Quando accarezza e conosce o esplora e scopre

E potrei ancora parlarti di un sesto senso

Un settimo, un ottavo, vanno tutti per il meglio

mentre mi alleviano i dolori

E mi preparano la cena

Ehi, il mare del bene

Quella pia usanza di alcuni gachís