Grenze - Reinhard Mey
С переводом

Grenze - Reinhard Mey

Альбом
Alles Geht!
Год
1991
Язык
`tedesco`
Длительность
213460

Di seguito il testo della canzone Grenze , artista - Reinhard Mey con traduzione

Testo " Grenze "

Testo originale con traduzione

Grenze

Reinhard Mey

Оригинальный текст

Der fremde Mann aus dem Osten gab

Mir diesen fingerlangen Gewindestab

Aus graubeschlagenem Chromnickelstahl.

«Dieser Bolzen hier», sagte er, «war einmal

Die Verbindung an dem Zaun aus Streckmetall

Der hinter der Grenze fast berall

Als die letzte unnehmbare Hrde galt,

Und den Bolzen, den lst du nicht mit Gewalt

Und auch nicht mit Geduld und auch nicht mit List,

Weil er einmal verschraubt nicht zu lsen ist.

Ich geb ihn dir, sieh ihn dir gut an,

Es kleben Trnen und Blut daran.»

Mit diesen Worten lie er mich steh’n,

Unglubig begann ich daran zu dreh’n.

Und langsam wurd' es mir unheimlich,

Die Muttern an den Hnden drehten sich,

Doch sie drehten ins Leere oder drehten mit,

Das Gewinde fasste einfach keinen Tritt.

Ich zog, ich drckte, ich versucht' es nochmal,

Dieser Bolzen war einfach teuflisch genial.

Ich begriff, diesen Stab mit den Rundkappen drauf

Kriegt kein Schraubenschlssel der Welt wieder auf.

Ich hielt ihn in der Hand zur Faus geballt,

Und bei dem Gedanken berlief es mich kalt.

Wie manche Flucht dran gescheitert sein mag,

Wo die Freiheit schon zum Greifen nahe lag.

Wo das Sperrgebiet schon berwunden war

Und Signalzaun und Todesstreifen sogar.

Die Patrouille vorbei, sie war’n immer zu zweit

Und die Wachen im Turm in der DUnkelheit,

Die Maschinenpistolen in Anschlag gebracht

Und ihre Fernglser durchsuchen die Nacht.

Da blitzen Scheinwerfer auf, pltzlich alles taghell

Und Rufe und Schsse und Hundegebell.

Hinter Sperrgraben, Minen, Stacheldrahtverhau’n

Im Lichtkegel gestrandet am letzten Zaun.

Und ich frage mich, unter welcher Stirn,

Перевод песни

Lo strano uomo dell'est ha dato

Me questa barra filettata lunga un dito

Realizzato in acciaio al cromo-nichel con rivestimento grigio.

«Questo fulmine qui», disse, «c'era una volta

Il collegamento alla recinzione in lamiera stirata

Quello dietro il confine quasi ovunque

Quando l'ultimo ostacolo insormontabile si fermò

E non allenti il ​​bullone con la forza

E né con pazienza né con astuzia,

Perché una volta avvitato non si può allentare.

Ve lo do io, guardatelo bene

Lacrime e sangue vi si attaccano".

Con queste parole mi ha lasciato in piedi

Ho iniziato a girarlo incredulo.

E piano piano per me è diventato inquietante

I dadi sulle mani girarono,

Ma si sono trasformati nel vuoto o si sono trasformati con loro,

Il thread non poteva fare un passo.

Ho tirato, premuto, riprovato

Questo bullone era semplicemente diabolicamente fantastico.

Ho capito, questo bastone con i cappucci rotondi sopra

Non posso aprire di nuovo una chiave inglese nel mondo.

L'ho tenuto in mano stretto a pugno,

E il pensiero mi ha fatto venire i brividi.

Quante evasioni possono essere fallite per questo,

Dove la libertà era già a portata di mano.

Dove l'area riservata era già stata superata

E persino recinzioni di segnalazione e strisce della morte.

La pattuglia è finita, ce n'erano sempre due

E le guardie nella torre al buio

Alzate le mitragliatrici

E i loro binocoli perquisiscono la notte.

Poi i fari lampeggiano, all'improvviso tutto è luminoso come il giorno

E urla e spari e cani che abbaiano.

Dietro fossi, miniere, recinzioni di filo spinato

Incagliato nel cono di luce dell'ultimo recinto.

E mi chiedo sotto quale fronte

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