Mandarinas - Victor Heredia

Recuerdo: cuando niño

robaba mandarinas,

redondeces de oro

que una dulce vecina

cuidaba de mis garras

-mis garras asesinas-

como quien cuida el tiempo

que no arruine la vida.

Yo esquivaba en la siesta

la leve ligustrina,

sobornando a su perro

con sobras de cocina,

y entraba al terrenito

de Doña Catalina,

que dormía su sueño

tras pesadas cortinas.

Alzaba mi tesoro

y escalaba la encina,

después, con un silbido,

le avisaba a Cristina

y comíamos juntos,

y ella a veces reía

con risa transparente y fulgor de aguamarina.

Silbo de vez en cuando

para ver que sucede

aunque hace tantos años

que talaron la encina,

y aunque no me lo crean

a veces siento risas,

y un perfume en el aire,

como de mandarinas…

Ricordo: quando ero bambino

ha rubato i mandarini,

giri d'oro

che dolce vicino

si è preso cura dei miei artigli

-i miei artigli assassini-

come chi si prende cura del tempo

non rovinare la vita.

Ho schivato nel pisolino

il leggero ligustro,

corrompere il suo cane

con gli avanzi di cucina,

ed è entrato in campo

di Dona Catalina,

che ha dormito il suo sonno

dietro pesanti tende.

Ho sollevato il mio tesoro

e salì sulla quercia,

poi, con un fischio,

Ho avvertito Cristina

e abbiamo mangiato insieme

e a volte rideva

con risate trasparenti e splendore color acquamarina.

Fischio di tanto in tanto

per vedere cosa succede

anche se tanti anni fa

che ha abbattuto la quercia,

e anche se non mi credi

a volte provo una risata,

e un profumo nell'aria,

come i mandarini...