Di seguito il testo della canzone Fleurs de névroses , artista - Paris Violence con traduzione
Testo originale con traduzione
Paris Violence
Nous sommes les débris de siècles inutiles
Fin de race élégante, curieuse et débile
Qui traîne son ennui comme on traîne son chien
Ou plutôt, c’est l’ennui qui tient la laisse en main
Nous aimons les soies rares pour nos lavallières
Qu’en accord parfait viendra piquer une pierre
Et les gilets de pourpre en satin compliqué
Oùranger son monocle et sa mmontre àgousset
Et nos esprits sont détraqués et voués au délire
Par la collection des excès qui les feront périr
Dans nos grands salons désuets tendus de cachemire
Oùde macabres voluptés raniment nos désirs
Nous paraissons surgis des temps d’Héliogabale
De Rome agonisant en beautéorientale
Ou des Valois tarés, et ce sont bien nos doubles
Ces monstres chatoyants de chaque époque trouble
Nous sommes l'éternel râle des fins de règne
Le hoquet du soleil dans les couchants qui saignent
Les monstrueuses fleurs en bouquets de névroses
D’un funèbre jardin, raffinéet morose
Nous sommes les oiseaux d’une nuit un peu mauve
Dont la voûte céleste est celle des alcôves
Oùnos âmes vannées et nos cerveaux en loques
Finissent de s’user en orgies équivoques
Car rien ne pouvant plus émouvoir nos vieux nerfs
Il nous faut des débauches qui fleurent l’enfer
Des plaisirs compliqués et des vices subtils
Sous les sombres tentures de nos lits stériles
Siamo i resti di secoli inutili
Fine di razza elegante, curioso e stupido
Chi trascina la sua noia come trascina il suo cane
O meglio, è la noia che tiene il guinzaglio in mano
Amiamo le sete rare per i nostri lavalier
Che in perfetta armonia verrà a pungere una pietra
E gli intricati gilet viola di raso
Dove riporre il monocolo e l'orologio da taschino
E le nostre menti sono fuori di testa e delirio
Con la raccolta degli eccessi che li distruggeranno
Nei nostri grandi salotti d'altri tempi ricoperti di cashmere
Dove la macabra voluttà ravviva i nostri desideri
Sembra che siamo emersi dai tempi di Eliogabalo
Di Roma che muore nella bellezza orientale
O i pazzi Valois, e sono i nostri doppi
Quei mostri scintillanti di ogni epoca travagliata
Siamo l'eterno sonaglio della fine del regno
Il singhiozzo del sole nei tramonti sanguinanti
Fiori mostruosi in mazzi di nevrosi
Di un giardino funebre, raffinato e cupo
Siamo gli uccelli di una notte leggermente viola
La cui volta del cielo è quella delle nicchie
Dove le nostre anime avvizzite e i nostri cervelli logori
Finisci per esaurirti in orge equivoche
Perché niente può scuotere di più i nostri vecchi nervi
Abbiamo bisogno di dissolutezze che odorano di inferno
Piaceri complicati e vizi sottili
Sotto le tende scure dei nostri letti sterili
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