Aceitunero - Marea
С переводом

Aceitunero - Marea

Альбом
Las aceras estan llenas de piojos
Год
2007
Язык
`spagnolo`
Длительность
251490

Di seguito il testo della canzone Aceitunero , artista - Marea con traduzione

Testo " Aceitunero "

Testo originale con traduzione

Aceitunero

Marea

Оригинальный текст

El cristal de mi pecera tan sólo lo ensucias tú

Cuando dices: Romero, qué solo estás

No es pa tanto, haz el favor, abre la luz y cierra el gas

Que se van los churretes de sudor del ataúd

Y el olor de cantaores al llorar

Y mi luna de Jaén baja de luto a caminar

Aceitunero el sol

Y el cante de ese grajo que en mi garganta no quiere anidar

Aceitunero yo

Si un día fui camino, pues hoy muele molino y a rodar

Aceitunero el sol

Con dientes en las botas, mordiendo a las gaviotas al pisar

Vareando poetas para hacerlos hablar

El morral donde guardo lo que he sido se perdió

Con los callos del mango de la sartén

Mis alhajas, mi mortaja, con todo lo que ahora me da igual

Me quedó una rienda hecha en cuero de tu piel

El fragor de chiribitas al mirar

Unos pies de enredadera y ratoneras para el despertar

Aceitunero el sol

Que prende los fogones del pecho del que lo quiere mirar

Aceitunero yo

Llenitos los bolsillos de aromas de membrillo y de galán

Aceitunero el sol

Muriendo a las mañanas cayendo de su rama a mi trigal

Para hacerme una lumbre

Aceitunero el sol

Que se acuesta en los mares y siempre le quitan algún retal

Aceitunero yo

Que asusto a la simiente con mi voz de aguardiente al acunar

Aceitunero el sol

El árbol de pesares que nunca deja ver el robledal

Aceitunero soy

Y los sacos no dan abasto de olores

De sillas de anea, de tantos sudores

De anís y pestiños, de lechos de almendra

De bolas de enebro, de más corazones

No caben más gatos con sus cascabeles

Con sus noches muertas para que las vele

No cabe ni siquiera la luz

Перевод песни

Il vetro del mio acquario è sporco solo da te

Quando dici: Romero, quanto sei solo

Non è un grosso problema, per favore, accendi la luce e spegni il gas

Che le macchie di sudore lascino la bara

E l'odore dei cantanti che piangono

E la mia luna di Jaén scende a lutto per camminare

ulivo il sole

E il canto di quella torre che non vuole annidarmi in gola

olio d'oliva

Se un giorno andassi in viaggio, bene oggi il mulino macina e rotola

ulivo il sole

Con i denti negli stivali, a mordere i gabbiani quando camminano

Scuotere i poeti per farli parlare

Lo zaino dove tengo quello che sono stato è andato perso

Con la trippa dal manico della padella

I miei gioielli, il mio sudario, con tutto ciò che ora non mi interessa

Mi è rimasta una briglia fatta di pelle della tua pelle

Il clamore di chiribitas quando guardi

Alcuni piedi rampicanti e trappole per topi per svegliarsi

ulivo il sole

Che accende le stufe dal petto di chi la vuole guardare

olio d'oliva

Le tasche sono piene di aromi di mela cotogna e galante

ulivo il sole

Morire la mattina cadendo dal suo ramo nel mio campo di grano

per farmi una luce

ulivo il sole

Che giace nei mari e portano via sempre qualche avanzo

olio d'oliva

Che io spaventi il ​​seme con la mia voce di brandy quando cullo

ulivo il sole

L'albero dei rimpianti che non lascia mai vedere il querceto

Sono olivicoltore

E i sacchi non sopportano gli odori

Dalle sedie anea, da tanti sudori

Di anice e pestiños, di mandorli

Di palle di ginepro, di più cuori

Non ci sono più gatti con i loro campanelli

Con le sue notti morte da guardare

Non c'è nemmeno la luce

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