Di seguito il testo della canzone El temblor , artista - Marea con traduzione
Testo originale con traduzione
Marea
Subirá el azogue en cada estancia
Si nos ven entrar como elefantes perdidos
En busca de otro derrotero;
Quizá más inocente, menos resentido
Que no se desviva en lo vivido;
Que muera buscando un horizonte nuevo
No comimos nada: contamos veinte
Con el mercadeo más urgente, danzaron
Las uñas de los taberneros
Repletas de planetas, de tabaco y plata;
De la libertad que desbarata los sueños
De aquellos que nunca durmieron
Tan harto de ternura y de tanta picadura, amor
Ungido, me abracé al rugido que me enamoró
Después, me encomendé a la bruma
Que puebla el último atolón;
Que enviuda y amanece, muda, con nuestro temblor
Volverá el temblor
De la retirada, no fuimos hijos:
Fuimos la palabra y entresijos dorados;
La levantera y el calambre
Nos queda la certeza de sabernos vivos
Nunca vencedores ni vencidos;
regados
Por lo que queda del estambre
¡Qué hartura de tormento -tormenta tierra adentro-, amor!
Me cansa la caricia mansa de su resplandor
Que abrasa aquel renglón torcido
Que se vistió de perdedor…
Si yerra, me hablará la tierra, y llegará el temblor
Volverá el temblor
L'argento vivo salirà in ogni stanza
Se ci vedono entrare come elefanti smarriti
Alla ricerca di un altro corso;
Forse più innocente, meno risentito
Non perderti in ciò che è stato vissuto;
Lascialo morire cercando un nuovo orizzonte
Non abbiamo mangiato niente: ne abbiamo contati venti
Con il marketing più urgente, hanno ballato
Le unghie dei baristi
Pieno di pianeti, tabacco e argento;
Della libertà che infrange i sogni
di quelli che non hanno mai dormito
Così stanco di tenerezza e di tanto pungiglione, amore
Unto, ho abbracciato il ruggito che mi ha fatto innamorare
Più tardi mi sono affidato alla nebbia
Che popola l'ultimo atollo;
Quella è una vedova e albeggia, muta, con il nostro tremore
Il tremore tornerà
Dal ritiro non eravamo bambini:
Eravamo la parola d'oro e i dettagli;
Il sollevatore e il crampo
Ci resta la certezza di sapere che siamo vivi
Mai vincitori o vinti;
annaffiato
Per quel che resta del filo
Che tormento -tempesta nell'entroterra-, amore!
La mite carezza del suo splendore mi stanca
Che brucia quella linea storta
Chi si è vestito da perdente...
Se sbaglio, la terra mi parlerà e verrà il tremore
Il tremore tornerà
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